| Alfio conduce una vita silenziosa e solitaria. La   solitudine è per lui una ricchezza, un incessante esercizio di conoscenza di sé.   Il suo unico legame è la Montagna, la sua unica compagnia la lettura. Nelle   passeggiate tra i boschi o lungo le creste dei campi si abbandona alla   meditazione, lascia lievitare lo spirito oltre le cime, oltre le creste degli   alberi, fino a perdere contatto con la materialità e la quotidianità delle cose.   Un mondo di piccole gioie, di equilibri sottili, di armonia con la natura e con   il proprio Sé. In questo mondo fa la sua improvvisa comparsa la signorina Antea,   proveniente da una grande città, ma che è nata e ha trascorso l’infanzia in   montagna. Seguendo i sentieri di Alfio e i suoi racconti, sui monti di Arbo la   donna riscopre la purezza di un antico vincolo con quella terra e quel   paesaggio, si lascia trasportare dal fascino della vita semplice, dalla   vertigine di una ritrovata nostalgia. Sarà il fuoco di un bivacco e il suo   silenzio crepitante a produrre un abbraccio intenso, ad accendere un sentimento   sopito, un sogno a occhi aperti, una storia d’amore. La Montagna come leva del   sentimento, luogo di emozioni, è descritta a tinte vivide. La prosa di   Martinelli sembra cogliere la nettezza di ogni riflesso luminoso, di ogni   diradante sfumatura e rimanda ai tratti impressionisti dei grandi scrittori di   montagna. |